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venerdì 29 aprile 2016

Social Innovation LINKs. Il rapporto tra Istituzioni e cittadini

Il secondo appuntamento con i seminari Social Innovation LINKs dal titolo “Le Istituzioni e i cittadini: co-design di politiche e nuovi modelli di governo”, svoltosi il 6 aprile scorso presso la Sala della Biblioteca “Francesco Cossiga e Guido De Marco” della Link Campus University, ha offerto un nuovo momento di riflessione sulla creazione di un rapporto tra Università, istituzioni e cittadini che favorisca un’innovazione attenta ai bisogni della società. Professionisti del settore e docenti hanno fornito le loro visioni sulle opportunità di uno sviluppo della Pubblica Amministrazione all’insegna dell’efficienza, della trasparenza e dell’open government.
I diversi interventi sono stati moderati da Flavia Marzano, la quale ha riflettuto inizialmente su quest’ultimo concetto, cogliendone i caratteri fondanti quali la trasparenza, la condivisione e l’engagement degli attori implicati. Partendo da questi temi, ha invitato i partecipanti all’evento a riflettere, anche attraverso la descrizione delle loro esperienze concrete, sui processi che facilitano la partecipazione attiva e il soddisfacimento dei bisogni del cittadino.
Il primo ad intervenire è stato il Professor Carlo Maria Medaglia, Direttore del Centro di Ricerca DASIC e del Dipartimento di Ricerca della Link Campus University. Il professore ha posto l’attenzione sull’importanza di modificare il nostro approccio alla città cambiando la concezione di spazio e tempo del paradigma che interpreta i luoghi in cui abitiamo: ripartire dalle persone e connettere le loro conoscenze, anche attraverso pratiche di co-design, per il miglioramento dei processi di governance.
Nell’ampio spettro delle trasformazioni che stanno subendo i processi decisionali si inserisce anche la crisi della rappresentanza scaturita dall’introduzione di schemi e modelli del digitale. Di ciò ha parlato Claudio Velardi, Professore della Link Campus University,sottolineando come la crisi della governance presenti problematiche sia a monte con la perdita di centralità politica degli stati nazionali, sia a valle con le difficoltà tra dialogo e partecipazione. A fronte di ciò il Professor Velardi propone l’introduzione di politiche virtuose e buone pratiche partecipative che si accompagnino ad una più puntuale disciplina delle lobby.
Fondamentale appare quindi essere la celerità di intervento per riformare e ottimizzare molti aspetti degli odierni processi decisionali. Di tale necessità ha discusso il responsabile dell’orientamento Lazio Innova Roberto Litta, sottolineando l’importanza del fattore tempo e il conseguente pericolo della scollatura tra i valori del cittadino e quelli della classe politica: occorre infatti una maggiore tempestività nelle azioni di governance per porre rimedio a problemi che da tempo richiedono una soluzione, come ad esempio la questione dell’agenda digitale, una delle maggiori criticità che la generazione attuale ha ereditato da quella precedente.
Si inquadra nello stesso tema l’intervento di Andrea Casu, autore del libro “Fare meglio con meno. Nudge per l’amministrazione digitale”, il quale ha introdotto e illustrato l’idea di “spinta gentile”. A tale concetto si rifà la teoria dei nudge,che sostiene l’opportunità di impiegare degli stimoli alternativi ad obblighi, doveri e incentivi economici per indirizzare le decisioni di gruppi e individui, come ad esempio la trasparenza e la semplificazione nell’accesso alle informazioni. Alla ricerca e allo studio di queste opportunità si dedicano le cosiddette nudgeunit, le quali analizzano le conseguenze che le azioni politiche hanno sulle persone per selezionare le più efficaci.
Importante è anche la creazione di un rapporto efficace tra cittadini e Pubblica Amministrazione, soprattutto laddove i primi si attivano autonomamente per la risoluzione di determinate problematiche: tale rapporto deve seguire un percorso che coinvolga entrambe le parti dalla fase di mobilitazione fino alla valutazione dei risultati. Andrea Pugliese, esperto di innovazione sociale e mercato del lavoro, si è infatti soffermato sulla contrapposizione tra i problemi di efficienza della governance e le iniziative di individui, comunità e imprese che si attivano sulle criticità del territorio. Esemplare è il caso della realizzazione spontanea di piste ciclabili per le vie di Roma, nei tratti in cui il transito risulta meno agevole, a cui non ha fatto seguito un intervento da parte del Comune. Ciò dimostra la necessità di supportare tali iniziative autonome scongiurando il rischio che gli impulsi provenienti dalla cittadinanza siano vanificati dall’assenza di risposta da parte delle istituzioni.
È opportuno approfondire quindi i modelli di interazione tra pubblico e privato individuandole vie per renderla più adeguata ed efficace. Valentina Volpi, assegnista di ricerca presso la Link Campus University, ha sottolineato i recenti cambiamenti che hanno portato una maggiore apertura nei confronti di pratiche partecipative dal basso. In quest’ottica diviene sempre più cruciale curare il rapporto con il cittadino in una dimensione di vero e proprio design della relazione: si passa così dalla progettazione del servizio alla progettazione dell’esperienza tenendo conto delle idee e delle passioni del singolo, oltre che dei suoi bisogni. È questa la base ottimale per far leva sulle capacità innate delle persone e consentire così la risoluzione creativa dei problemi attraverso il design thinking.
Per raggiungere una maggiore efficienza e un maggior grado di partecipazione nelle pratiche di governance possono essere impiegati anche metodi di engagement non convenzionali come la gamificationAntonio Opromolla, assegnista di ricerca presso la Link Campus University, ha approfondito tale questione presentando i risultati della sua survey condotta in ambito del suo dottorato di ricerca riguardante la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali. Da questo studio emerge come tale coinvolgimento sia incentivabile attraverso lo sfruttamento della naturale creatività delle persone di fronte a sfide e problematiche. È proprio su questa logica che fanno leva le tecniche di gamification, le quali si rivelano adatte a innescare una partecipazione proficua nel problem solving collettivo, soprattutto nei giovani.
Numerosi sono stati poi gli interventi in cui i protagonisti di casi virtuosi all’interno del panorama della social innovationitaliana hanno parlato della propria esperienza facendo il punto sui percorsi da intraprendere e sulle necessità di tali realtà: uno degli elementi fondamentali che si identificano nella discussione generale su tali argomenti è la sinergia tra innovazione, scuola e territorio.
Due esempi dell’efficienza di questo connubio sono la rete di Laboratori per l’Innovazione Sociale (LIS), di cui fa parte anche la Link Campus University con il LIS “Margherita Hack”, e l’associazione Open Hub, dei quali ha parlato il loro ideatore e promotore Marco Serra dopo aver fatto il punto sulla situazione critica dei laureati italiani, sottolineandone le scarse percentuali nei confronti degli altri paesi OCSE.
Allo stesso modo Annibale d’Elia, esperto di politiche giovanili e innovazione sociale, ha raccontato la nascita del progetto “Bollenti Spiriti”, un programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, sviluppatosi in due fasi: la prima articolata da un evento creativo in cui i giovani non fossero spettatori passivi ma reali protagonisti, la seconda costituita dalla stesura di un bando in cui le idee raccolte fossero l’elemento fondamentale per migliorare la condizione giovanile, tutto ciò nella convinzione che il ruolo attivo delle persone non si esaurisca nel segnalare problematiche, ma si estenda anche alla loro soluzione.
Il community manager Michele D’Alena, dopo aver descritto le peculiarità del contesto sociale bolognese, ha illustrato invece il progetto “Collaborare è Bologna” destinato a facilitare l’accesso a informazioni, tecnologie, risorse, spazi, conoscenza e competenze per coinvolgere la comunità.
È importante sottolineare come la partecipazione sia elemento fondante di una comunità non solo per i suoi processi decisionali, ma per tutti gli ambiti che la compongono. A dimostrarlo vi sono il teatro e le sue dinamiche, nelle quali si ritrova la distanza tra attori e spettatori che, se colmata, restituisce un’esperienza più appagante grazie alla conoscenza dei meccanismi che stanno dietro all’organizzazione della messa in scena. Ciò evidenzia il parallelismo con le pratiche partecipative di governance che conferiscono al cittadino una consapevolezza maggiore riguardo il funzionamento delle istituzioni con le quali è necessario rapportarsi nella società.
Daniele Muratore, docente della Link Theatre, a tal riguardo ha presentato il suo blog “SenzaCravatta”, nato con l’intento di incentivare l’interesse per il teatro, e ha parlato dell’importanza di quest’ultimo come punto di collegamento tra diverse reti personali.
Sullo stesso ambito è intervenuto anche il docente della Link Theatre Simone Pacini che, partendo dalla sua esperienza al Teatro dell’Archivolto di Genova, ha illustrato i vantaggi della commistione tra social media storytelling ed esperienza teatrale per favorire l’apprendimento di competenze narrative destinate al mondo del Web 2.0.
Le conclusioni dell’evento sono state affidate a Sabina De Luca, direttrice del Dipartimento Progetti di Sviluppo e Finanziamenti Europei del Comune di Roma, la quale ha fornito ai partecipanti un punto di vista interno alle Istituzioni. In particolare si è sottolineata l’importanza di un approccio di multilevelgovernance, che si ritrova ad esempio negli intenti del codice di comportamento europeo per il partenariato. Alcuni principi da seguire sono il passaggio da criteri di rappresentanza a criteri di rilevanza nella scelta della tipologia del partner e la necessità di coinvolgere quest’ultimi anche nella stesura dei bandi. La Pubblica Amministrazione dovrà quindi intraprendere un percorso di aggiornamento di processi e competenze per adattarsi al rinnovamento portato dal nuovo paradigma tecnologico.
L’evento è stato accompagnato dalle illustrazioni di Veronica Vitale che hanno fornito un compendio grafico di tutte le riflessioni scaturite durante la mattinata.
Appare quindi chiaro come le opportunità offerte dai nuovi paradigmi del digitale possano concretizzarsi in esperienze varie e significative come quelle illustrate nei contributi dei partecipanti. Rimangono tuttavia ancora da cogliere molte altre possibilità attraverso processi virtuosi di cambiamento del rapporto tra Istituzioni e cittadini all’insegna della partecipazione, della trasparenza e dell’adozione di metodi diengagement.
di Giovanni Andrea Parente, Guido Pifferi

Per approfondimenti e contatti:
Twitter: #SocInnLINKs


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