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martedì 27 gennaio 2015

Costruire una carriera manageriale vincente nello sport

In Italia sport è, per lo più, culturalmente sinonimo di passione, fede calcistica e tempo libero. In realtà, non è solo questo, ma anche un’opportunità professionale soprattutto per i tanti che lo praticano o lo hanno praticato a livello agonistico.

In particolare, una figura che ormai si è affermata nei diversi settori dello sport è quella del manager sportivo. Un professionista che si occupa della pianificazione e gestione di progetti e attività nell’ambito sportivo con una particolare attenzione agli aspetti organizzativi, giuridici e amministrativi: pianifica, organizza, gestisce e verifica l’attuazione di piani e progetti sulla base di vincoli dati dalla disponibilità di risorse.

Una figura che necessita di una formazione specifica, come quella offerta da Link Campus University con il suo MBA in Diritto e Management dello Sport. Un master che ha l’obiettivo di formare:

    •       Dirigenti di enti e federazioni nazionali ed internazionali
    •       Manager di associazioni e società sportive
    •       Organizzatori di eventi sportivi e gestori di impianti
    •       Manager dell’atleta professionista.

Link Campus University mette a disposizione, fino al 5 marzo 2015, 10 borse di studio a copertura totale e parziale, riservate ad atleti nazionali o paralimpici, che alla data di presentazione della domanda siano in possesso di una laurea triennale, specialistica o magistrale a ciclo unico o altro titolo equipollente.

Tra gli atleti nazionali che hanno partecipato all’MBA ci sono stati:
  • Tania Cagnotto, campionessa plurimedagliata di tuffi
  • Tania Di Mario, oro olimpico e mondiale di pallanuoto
  • Tommaso Marconi, campione europeo di tuffi
  • Laurent Ottoz, primatista mondiale dei 200 hs
  • Giulio Tonolatti, rugbista della nazionale italiana al 6 Nazioni
  • Federica Vitale, argento mondiale nella 10 km di nuoto

venerdì 23 gennaio 2015

Al via la terza edizione della ricerca “Generazione Proteo”

Dopo il grosso successo registrato lo scorso anno con la ricerca “Generazione Proteo. Giovani italiani: solisti fuoriclasse”,nei prossimi mesi verrà presentata la terza edizione dell’indagine. Sono stati oltre 10.000 i giovani intervistati quest’anno, attraverso un nutrito questionario distribuito nelle principali regioni italiane quali: Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto. I temi affrontati spaziano dal terrorismo all’immigrazione, dal bullismo ai social network, dall’universo valoriale alle aspettative lavorative.

I numeri danno l’idea di un progetto in continua crescita. Erano stati 2.500, infatti, gli studenti tra i 17 e i 19 anni intervistati lo scorso anno. Quest’anno sono il quadruplo.
L’Osservatorio Generazione Proteo, nato nel 2012, costituisce il primo Osservatorio di studio e analisi delle tematiche afferenti all’universo giovanile che ha avuto il merito di mettere in relazione e comunicazione, attraverso un ideale “ponte”, due istituzioni: scuola e università. È per questo che l’Osservatorio ha voluto avvalersi del prezioso contributo di Dirigenti scolastici e docenti degli Istituti secondari di secondo grado che, insieme a docenti e ricercatori della Link Campus University, compongono il Comitato Scientifico, motore propulsore dell’Osservatorio.
Annualmente l’Osservatorio, istituito in seno a Link Lab, il Laboratorio di Ricerca Socio Economica dell’Università, conduce un’approfondita indagine conoscitiva sull’universo giovanile e nello specifico sugli studenti di 4° e 5° anno della Scuola Secondaria di secondo grado, pubblica e privata, e i cui risultati vengono presentati alle scuole, alla stampa e all’opinione pubblica, ricevendo massima attenzione da parte dei mezzi di comunicazione, sempre molto interessati alle tematiche e ai risultati diffusi dall’Osservatorio.

Nella sua natura di ponte, tra il mondo scolastico e quello universitario, l’Osservatorio ha altresì formalizzato un Accordo di Rete con l’Università Link Campus University che consente di formulare e sviluppare progetti formativi ed educativi e di inserire il progetto “Osservatorio Generazione Proteo” all’interno dei POF scolastici.

mercoledì 21 gennaio 2015

I rischi della disinformazione nell’era del cyber-power



Analizzare la natura e levoluzione della disinformazione nellera del cyber-power come arma di lotta politica, militare ed economica e valutare limpatto di attività disinformative sulla sicurezza e sugli interessi nazionali italiani. Questi sono i due obiettivi del convegno Disinformazione e manipolazione delle percezioni: una nuova minaccia al sistema Paese, organizzato da Link Campus University e dallIstituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici (22 gennaio, ore 9.30, presso Link Campus University via Nomentana 335, Roma).

Lo sviluppo di nuove tecnologie informatiche e dei nuovi media (Google, YouTube, Twitter , Facebook, etc.) ha determinato un notevole potenziamento degli strumenti per orientare lopinione pubblica. La Rete facilita e rende sempre più efficaci le azioni disinformative. Essa consente la diffusione massiccia, incontrollata e pressoché istantanea di notizie deliberatamente falsificate o manipolate. E, altro aspetto da tenere in grande considerazione, la disinformazione non è più unarma in esclusiva dotazione degli Stati e dei loro servizi dintelligence: essa è ormai uno strumento alla portata di attori non-statuali sia leciti (partiti politici, aziende e società finanziarie, gruppi di interesse, organizzazioni non-governative) che illeciti (gruppi terroristici ed eversivi, organizzazioni criminali, poteri occulti, sette religiose estremiste).

Ecco perché la disinformazione nellera del cyber-power rappresenta un rischio crescente per la sicurezza e la competitività del sistema-paese. Tra i compiti degli analisti dintelligence vi è la tempestiva individuazione di manovre disinformative ostili, che possono essere di diverso tipo:
   Azioni di deception strategica promosse da potenze straniere che intendono manipolare le percezioni dei leaders politici nazionali.
   Campagne di disinformazione economico-finanziaria che hanno lo scopo di danneggiare la reputazione dellItalia e/o delle sue più importanti imprese, o a influire sui mercati finanziari con conseguenze destabilizzanti sul sistema economico nazionale.
   Attività disinformative promosse da gruppi e movimenti socio-politici estremisti al fine di diffondere paura e odio in determinati settori della popolazione italiana.
   Luso dello spazio cibernetico da parte di movimenti terroristici di matrice islamica.
   Operazioni di disinformazione promosse da organizzazioni criminali italiane o estere per falsare le analisi o depistare le indagini anti-mafia.
   Il ricorso, da parte di gruppi terroristici o eversivi, a minacce o falsi allarmi di attentati CBRN.

Alla luce di tutto ciò, è evidente che la tradizionale minaccia della disinformazione acquisisce, nellera del cyber-power, connotati nuovi e inediti, rendendo necessario un potenziamento della ricerca scientifica e dellanalisi dintelligence in questo campo. Inoltre, è indispensabile rendere sempre più consapevoli di questa sfida i decisori politici e aziendali italiani, il sistema mediatico, lopinione pubblica, il mondo accademico e gli istituti culturali e di ricerca .

martedì 13 gennaio 2015

Riviviamo lo Startupbootcamp Smart City and Living

Lo scorso 8 gennaio, alla Link Campus University di Roma si è svolto il PitchDay di Startupbootcamp Smart City and Living. Startupbootcamp è tra i migliori acceleratori d’impresa in Europa, la sua mission è innovare dando risalto alle startup più promettenti nel campo dell’e-commerce e delle smartcities. Startupbootcamp conta:
  • più di 150 mentori da startups & aziende come Nest, Tesla, Cisco, IBM, Booking.com, Thales, Vodafone, Alliander, Eneco, Amazon, Samsung;
  • più di 1.000 Business Angels & Venture Capital come Accel, Endeit, Earlybird, Sunstone, Google VC, Cisco VC e tanti altri.


“Stop talking, start executing”, con queste parole Mark Wesselink di Startupbootcamp Amsterdam ha dato avvio al Startupbootcamp Pitchday. Otto le startup italiane che hanno avuto l’opportunità di esporre il proprio progetto al rappresentante della sezione olandese del grande acceleratore d’impresa europeo e avere un confronto one to one con i mentor.

Parliamo di:

I mentor sono stati:
  • Rob Kurver, esperto cloud;
  • Monica Mureddu, Sardinia Innovation. Da New York è ritornata in Italia con un’idea ben chiara: “è tempo di parlare di Healthcities, città in cui si viva bene, nel rispetto della salute e dell’ambiente”.
  • Stefano Gregorini, Urban Center Cagliary. Project manager Smart Cityness, che ha detto: ”le startup sono uno dei modelli che l’economia ha acquisito. Occasioni come questa offerta da Startupbootcamp sono fondamentali per confrontarsi e conoscere la grande vitalità emergente di questo settore”.

mercoledì 7 gennaio 2015

Nuove carriere vincenti nascono alla Link Campus University

Anche quest’anno Link Campus University rinnova la tradizione della cerimonia di consegna dei diplomi di laurea. Lo ha fatto il 18 dicembre, alla presenza del presidente della Link Campus University Vincenzo Scotti, del rettore Adriano De Maio, del presidente della Scuola d’Ateneo Graduate e Undergraduate Claudio Roveda e del presidente della Scuola d’Ateneo Postgraduate Pierluigi Matera.
Una cerimonia piena di entusiasmo. Una vera festa che, come negli anni precedenti, ha rappresentato un traguardo importante per i nostri studenti. Un traguardo da cui iniziare un percorso professionale nel quale mettere in pratica le conoscenze e le esperienze accumulate negli anni di studio alla Link Campus University.
Come dice Goethe, ”Le cose migliori si ottengono solo con il massimo della passione”. In inglese si parla di commitment, essere connessi e profondamente coinvolti in ciò che si è deciso di fare. Essere protagonisti vincenti e non spettatori passivi del futuro. Questo è il messaggio che è passato nella biblioteca “Francesco Cossiga e Guido De Marco” della Link Campus University dove si è svolta la cerimonia.

Un messaggio che si concretizza ogni giorno nei diversi corsi di laurea, nei master, così come nei workshop per far nascere una Winning Generation.

Scopriamo MakeSense, global community di imprese sociali

Oggi vi parliamo di MakeSense. Qualche giorno fa abbiamo dedicato la copertina di The New Winning Generation a Christian Vanizette, uno dei fondatori di questo network per condividere idee e soluzioni per attività di imprenditoria sociale. Gli altri due sono Chloe Hermanovich e Lorena Luna. Il loro obiettivo, in realtà, è più ampio: non vogliono soltanto aiutare le imprese sociali, ma permettere loro di cambiare concretamente il mondo. In meglio, naturalmente.
La loro idea è nata dalla certezza che sia possibile creare modelli di business innovativi con cui vincere le sfide del presente. Come? Connettendo le persone che sono strettamente coinvolte e fornendo gli strumenti per superare i problemi d’impresa. In soli tre anni, MakeSense ha mobilitato più di 15.000 persone in più di 600 workshop con cui ha aiutato a crescere e svilupparsi circa 450 imprese sociali in 86 città del mondo. Numeri che parlano di una comunità globale. Una comunità che cresce giorno dopo giorno raggiungendo nuove città, cercando nuovi imprenditori sociali, strutturando partnership e generando nuove soluzioni. Tra i soggetti di questa community mondiale c’è anche Link Campus University, nominato advisor per la creazione di MakeSense Italia. Di seguito un video Manifesto di MakeSense.

Come trasformare un’idea in un business: Economia e Gestione delle Imprese

Sono iniziate le lezioni di Economia e Gestione delle Imprese. Uno degli insegnamenti più innovativi previsti dal Corso di Laurea in Comunicazione Digitale di Link Campus University.
Si tratta di insegnamento che intende fornire agli studenti i concetti e gli strumenti per sviluppare un’autonoma capacità imprenditoriale, sia nell’ambito del lavoro autonomo che del lavoro dipendente. Il sottotitolo di Economia e Gestione delle Imprese, infatti, è “Come trasformare un’idea in un business”.
Il percorso formativo si concluderà con una fase di sperimentazione: “Come trasformare un’idea in una start-up” che si avvarrà delle competenze Link Campus University già impegnate nel progetto “Start-up School”.
Il Corso di Laurea in Comunicazione Digitale, così come il Corso di Laurea Magistrale in Tecnologie e Linguaggi della Comunicazione sono tenuti dai maggiori professionisti del settore, prevedono lezioni in inglese e l’affiancamento da parte di un tutor. Oltre alle nozioni generali, forniscono le competenze richieste dalle nuove professioni del settore, quali:
  • Elementi di programmazione (Web e mobile)
  • Computer graphic, modellazione e stampa 3D
  • Interaction design
  • Post-production video
  • Internet studies e social media management
  • Creative writing for new media
Il corso di Laurea e il corso di Laurea Magistrale si concludono con periodi di stage presso importanti aziende del settore, prevedono workshop e il supporto alla creazione di startup con programmi di incubazione e accelerazione e danno la possibilità di lavorare come:
  • Digital Account, Copywriter e Visual
  • Marketing Specialist, Social Media Manager, Digital Strategist
  • Transmedia storyteller 
  • Designer per i media digitali (Interaction, Ux, Graphic,Visual)
  • Digital Project Manager

Come l’Italia può uscire dallo stallo occupazionale, ce lo dice Romano Benini

“L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito”. Ad affermarlo è il direttore del Master Link Campus University in Management dei Servizi per il Lavoro, Romano Benini.

Un esempio da seguire, secondo Benini, è sicuramente quello della Germania che “ha investito sulle competenze e puntato sulla qualità del lavoro, sul capitale umano. L’Italia se ne è invece dimenticata – secondo Benini – e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti”.

Questa è la risposta alla disoccupazione secondo Romano Benini, che oltre a essere direttore del Master Link Campus University è anche consulente di diverse istituzioni pubbliche e agenzie per il lavoro italiane e coordinatore di alcuni progetti europei per lo sviluppo occupazionale.

Benini, come spiega anche nel suo ultimo libro Nella tela del ragno. Perché in Italia non c’è lavoro e come si può fare per crearlo, pubblicato da Donzelli, afferma che “in Italia non è stato fatto quello che la crisi chiedeva di fare, ossia rivedere completamente le nostre politiche del lavoro. In Italia il sistema dei servizi d’intermediazione all’ingresso del mercato occupazionale, considerando sia il pubblico sia il privato, garantisce tra l’8 e il 9% della nuova occupazione. In Francia la percentuale arriva al 40%, in Germania al 50%, in Olanda all’80%. Non è un caso che, a casa nostra, gli strumenti che meglio funzionano per trovare lavoro rimangano le relazioni familiari, amicali, le raccomandazioni”.

Per Benini la soluzione è chiara. “Pensare di creare occupazione con bassi investimenti nel capitale umano è errato, perché il nostro sistema economico non vive più di produzioni di beni di massa, ma di prodotti e servizi di qualità. Per questo è importante investire nella formazione e dare vita a un adeguato sistema di servizi, politiche e incentivi, capace di restituire ai cittadini un ruolo attivo, partendo dalla scuola sino alla pensione”.